LA NOTTE, un momento prima
Paolo Garau – 2025
La mostra nasce dalla suggestione di una società in decadenza, al margine del suo momento finale e in attesa di uno sconosciuto drastico e imminente cambiamento. Il necessario abbandono del modello di vita fin lì attuato lascia un vuoto colmo di ignoto.
Questo scenario si raffigura, dunque, come la notte: quella fase buia, di passaggio, necessaria da attraversare per vedere la luce di un nuovo giorno. Una fase di transizione di un momento storico, dunque, in cui le potenzialità di distruzione (totale) sono più che mai forti, totalizzanti e imminenti. Al termine di questo cammino resta in ogni caso salda la speranza che, al di là di ogni logica, l’umanità possieda anche spazi di resistenza sconosciuti, dove sia possibile trovare soluzioni inaspettate per sopravvivere forse nel futuro in una più sana armonia.
Paolo Garau nasce nel 1975 a Roma dove vive e lavora. Nel 1998 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Roma, sezione scultura, e nel 1999 frequenta il Corso TAM di scultura del metallo a Pietrarubbia (PU), presieduto da Arnaldo Pomodoro. Nel 2001 partecipa al Progetto Leonardo a Berlino. Si dedica principalmente alla scultura ed al disegno e la sua ricerca artistica è incentrata sulla figura umana che utilizza per la realizzazione di nuove composizioni formali incentrate sull’aspetto spirituale e meditativo dell’umano. Dal 2003 è docente di scultura nelle scuole superiori; l’insegnamento è per lui fonte di stimolo creativo e ulteriore sperimentazione. Nel 2008 partecipa alla residenza d’artista presso il Castello di Rivoli con il progetto “Real Presence” e nel 2015 partecipa alla residenza Bocs Art di Cosenza, a cura di Alberto Dambruoso. Espone con frequenza in mostre collettive; tre diverse opere sono in esposizione permanente nei parchi di “Sculture in Campo” in Bassano in Teverina, “Terra Arte” a Blera e al MABOS, Museo d’Arte della Sila, Taverna, Cosenza. Nel 2022 espone nel palazzo della Fao a Roma per il World Food Forum e nel 2023 all’ambasciata Americana a Roma.
Foto di Anna Faragona